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Nonostante la forte attenzione al cibo e alla nutrizione, negli ultimi anni si rileva in tutto il mondo una panoramica allarmante. L’obesità sta assumendo una dimensione pandemica: dai dati Istat emerge infatti che nel 2016 circa il 45% della popolazione italiana adulta si trova in condizione di sovrappeso e obesità. Per i bambini i dati non sono meno sconvolgenti: si stima infatti che il 24,7 % dei bambini e ragazzi tra i 6 e 17 anni sia in eccesso di peso (BES, 2017).
Si assiste anche ad un aumento della frequenza dei Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA), la cui età media di insorgenza si è abbassata drasticamente. Questi dati fanno emergere in modo evidente che le sole informazioni nutrizionali non sono sufficienti: per cambiare questa tendenza, è necessario adottare un approccio che riconosca che il comportamento di assunzione di cibo nell’ essere umano è qualcosa di più del semplice atto di nutrire il corpo; esso rappresenta infatti un comportamento multidimensionale, in cui i significati psicologici ed emozionali ascritti al cibo hanno un ruolo cruciale nell’influenzare il nostro modo di alimentarci. Ecco che lo psicologo diventa una figura imprescindibile in questa area di intervento. E’ fondamentale che lo psicologo che tratta queste tematiche acquisisca una conoscenza specifica dei temi e si costruisca una cassetta degli attrezzi che consenta di operare in modo adeguato ed efficace.
Tra gli approcci più innovativi che si possono applicare al comportamento alimentare troviamo la Mindfulness e nello specifico la Mindful Eating. La Mindful Eating da diversi anni rappresenta uno strumento riconosciuto e validato per affrontare comportamenti alimentari problematici (J.Kristeller, 1999). A differenza delle classiche diete, che si basano sulla restrizione alimentare e l’imposizione di regole dall’ esterno, e che sappiamo ormai essere inefficaci sul lungo periodo, la Mindful Eating parte da una prospettiva completamente rovesciata: essa non ci indica infatti cosa mangiare o cosa no, ma solo come mangiare.
Grazie alla mindfulness, ci insegna a portare consapevolezza all’ atto del mangiare e alle nostre scelte di cibo, recuperando la connessione con il corpo che già possiede una naturale capacità nell’ indicarci cosa e quanto mangiare. In questo modo, è possibile individuare e liberarsi dagli schemi reattivi abituali che guidano la nostra alimentazione e che spesso sono la causa di una pesantezza non solo fisica, ma anche emotiva e di un rapporto conflittuale con il cibo. La Mindful Eating, coltivando la saggezza del corpo e valorizzando l’esperienza individuale, favorisce scelte alimentari più sagge, perché più in linea con le proprie esigenze, e soprattutto sostiene un cambiamento duraturo, perché frutto di un percorso interiore e non di una pressione esterna.